Il dente da latte: l’ancoraggio perfetto in ortognatodonzia pediatrica

Fig.2c Leaf Self Expander_spontanea correzione del cross bite di 1.6

autore: Matteo Beretta, Fabio Federici Canova

L’Odontoiatria infantile moderna deve necessariamente integrare competenze e tecniche di Pedodonzia e di Ortodonzia: è sempre più evidente come queste 2 branche debbano camminare a braccetto per una cura a 360° del piccolo paziente.

Il corretto trattamento del dente da latte risulta quindi il cardine centrale su cui ruota la nostra disciplina: dalla prevenzione all’intercettamento di piccole lesioni cariose, all’uso combinato di Ozono1 e materiali bioattivi2, associato a tecniche di sedazione cosciente3 (Analgesia Relativa secondo Langa), per ottimizzare la collaborazione del bambino e il suo comfort.

In questo contesto, il mantenimento della vitalità dell’elemento deciduo o un adeguato trattamento endodontico, possono rendere più efficace il suo utilizzo come ancoraggio in ortodonzia pediatrica: infatti, se saremo in grado di non determinare una rizolisi precoce delle radici decidue, potremo utilizzare “il dente da latte “ per ancorare i dispositivi ortodontici in modo efficiente.

Uno dei dispositivi più utilizzati in età pediatrica è sicuramente l’espansore palatino4,5: la sua applicazione solo su elementi decidui (Fig.1 a-c) non solo si è dimostrata efficace ed efficiente (Fig. 2a-c), ma può essere considerata il gold standard per l’ortodontista pediatrico.

L’utilizzo di bande sui secondi molari decidui6-8 azzera completamente tutte le problematiche delle forze applicate sulle radici dei primi molari superiori, come deiscenze, fenestrazioni o danni radicolari9. Ma non solo: l’espansore palatale ad ancoraggio deciduo permette di ottenere una correzione spontanea dei molari permanenti in morso incrociato o permette di gestire attivamente il movimento degli stessi in modo differenziato durante la fase di contenzione post-espansione e con il dispositivo ancora in situ (Fig.3).

Fig.3 sezionale per per perfezionare la posizione di 2.6

Ma non solo espansori! Sugli elementi decidui è possibile ancorare archi di utilità, allo scopo di modificare il settore anteriore con archi “2by4”10. In questi casi le terapie vengono notevolmente semplificate poiché non è necessario un controllo dell’unità di ancoraggio, in quanto i movimenti parassiti sull’unità passiva determinano movimenti su denti che sono destinati alla permuta

Inoltre, è possibile “pensare deciduo”, ovvero ipotizzare di trasformare dispositivi mobili in apparecchi fissi utilizzando l’ancoraggio deciduo. È l’esempio del twin block11, che può essere realizzato nella versione “fissa” incollandolo su E-D-C con innegabili vantaggi in termini di collaborazione del piccolo paziente (Fig.4).

Fig.4 Twin Block bondato sui mola ri decidui e arco di utilità

Tutto ciò può essere realizzato integrando anche l’utilizzo di nuove tecnologie come scanner intraorali e software di disegno 3D, così come per l’utilizzo di dispositivi palatali fissi di contenzione post espansione e rieducazione logopedica (Fig.5), progettati e realizzati con un protocollo full digital in materiali metal-free, che non interferiscono con le Risonanze Magnetiche, per pazienti con esigenze speciali12.

Fig.5 Barra palatale metal free full digital con placca bersaglio

Bibliografia

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