Fragilita’ clinica in odontoiatria

pubblicato su Doctor Os n°9 – novembre-dicembre 2013

Nei giorni 4 e 5 ottobre scorsi si è tenuto ad Ancona, nella cinquecentesca cornice di Villa Stella Maris, il convegno “Management della fragilità clinica in odontoiatria”.

L’evento, ideato e coordinato dal dottor Vittorio Zavaglia, direttore della SOD di Odontostomatologia chirurgica e speciale degli “Ospedali riuniti” di Ancona, ha visto impegnate e coinvolte con ses-sioni e relatori appositamente dedicati anche le società scientifiche odontoiatriche, SIOI, SIOG (Società Italiana di Odontoiatria Geriatrica) e SIOH (Società Italiana Odontoiatria per Handicap), che si occupano specificamente di pazienti fragili, rispettivamente di bambini, anziani e disabili.Durante il congresso sono stati presentati i risultati del progetto multicentrico CCM 2010-2012 del Ministero della Salute “Progettazione e sperimentazione di un sistema sostenibile di incremento e miglioramento qualitativo dell’offerta assistenziale odontoiatrica per pazienti con difficoltà di accesso alle cure e diversamente abili”. A tale progetto, diretto dal professor Roberto Di Lenarda, direttore dell’Unità Clinica Operativa di Clinica Odontoiatrica e Stomatologica dell’Università di Trieste, hanno partecipato la stessa Università di Trieste, l’Università dell’Aquila (con l’équipe del professor Mario Giannoni), la SOD di Odontostomatologia chirurgica e speciale di Ancona (con l’équipe del dottor Zavaglia e della dottoressa Nori), l’Istituto Gaslini di Genova (con l’équipe della dottoressa Antonella Barone) e il Centro Odontoiatrico “Victoria Regia” di Amelia (con l’équipe del dottor Franco Novelli).Il pomeriggio del 4 ottobre, dopo il saluto delle autorità, i lavori sono stati aperti dalla lectio magistralis del professor Steven Perlman, docente di Odontoiatria Pediatrica alla Boston University (USA), che ha presentato la sua ampia esperienza nella gestione dei pazienti “special care”.Si è svolta, quindi, un’ampia sessione in cui ognuna delle sedi partecipanti al progetto ministeriale sopra citato ha esposto con dovizia di particolari, analisi e statistiche i propri risultati.La mattinata congressuale di sabato 5 ottobre è stata caratterizzata dalle sessioni dedicate specificamente alle tre società scientifiche partecipanti, SIOI, SIOH e SIOG. In particolare, l’evento SIOI, presieduto dal professor Giuseppe Marzo e dalla dottoressa Claudia Massaccesi, è stato caratterizzato dalla relazione della vice presidente della società, professoressa Maria Rita Giuca, docente di Odontoiatria Pediatrica all’Università di Pisa, dal titolo “La salute orale del bambino: potenzialità e fragilità”, in cui sono state tracciate, con chiarezza e precisione, le linee guida sui tempi e modalità di inter-vento sui pazienti pedodontici.
A seguire, la relazione del professor Domenico Tripodi, docente di Odontoiatria Pediatrica all’Università di Chieti, dal titolo “Una fragilità clinica in ambito odontoiatrico: la scarsa collaborazione del bambino”, in cui sono state evidenziate le fasi cliniche potenzialmente “critiche” per l’ottenimento della collaborazione del piccolo paziente e le metodiche per ottenerla. Il convegno è stato momento di incontro e confronto non soltanto sotto l’aspetto culturale e scientifico, ma anche sotto l’aspetto umano, viste le tematiche af-frontate. Quello che è emerso dalle relazioni e dalle ricche discussioni che ne sono seguite è che la domanda di prestazioni odontostomatologiche da parte delle fasce di popolazione considerate clinicamente fragili è aumentata nel tempo, ma l’accesso al trattamento odontoiatrico, a tutt’oggi, è ridotto per l’ancora circoscritta offerta specialistica dedicata dalle strutture pubbliche e private.Si rende pertanto necessario che gli operatori sanitari siano professionalmente pronti a rispondere in maniera adeguata a questi bisogni di salute. L’odontoiatria attuale deve quindi dedicare una particolare attenzione al trattamento dei pazienti clinicamente vulnerabili, quali sono le persone con disabilità, anziani, bambini e pazienti a rischio, soprattutto in considerazione delle importanti correlazioni tra salute del cavo orale e salute sistemica; questo pone allo stomatologo responsabilità diagnostiche e terapeutiche, come pure l’obbligo di confrontarsi con altre professionalità in un reale ambito multidisciplinare, per consentire un’adeguata valutazione e soprattutto una corretta condotta terapeutica.

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Claudia Massaccesi